le prescrizioni minime per la ristorazione
Settore ristorazione
Il settore della ristorazione in Italia conta circa 1,2 milioni di lavoratori. Con le misure che hanno portato al lockdown, con particolare riferimento al DPCM del 10 aprile 2020, 1,1 milioni di lavoratori sono stati sospesi e 108.000 sono rimasti attivi.
Con il successivo DPCM del 26 aprile 2020, una parte significativa di lavoratori del settore è stata autorizzata all’erogazione di servizi di asporto.
A partire dal 18 maggio riprendono le attività economiche, produttive e sociali, che devono svolgersi nel rispetto di protocolli o di linee guida idonei a prevenire o ridurre contagi.
Per garantire la ripresa delle attività, successiva alla fase di lockdown, compatibilmente con l’andamento dell’epidemia e la tutela della salute del personale addetto e dell’utenza, si rende necessaria una rimodulazione graduale e progressiva delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2, che tenga in considerazione le specificità e le modalità di organizzazione del lavoro e le particolari criticità di gestione del rischio da contagio in tale settore.
È importante sottolineare come la riorganizzazione del settore della ristorazione dovrà necessariamente affiancare misure di prevenzione e protezione collettive e individuali, contando anche sulla collaborazione attiva dell’utenza che dovrà continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell’epidemia.
A riguardo, l’INAIL ha realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità il Documento tecnico su ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da SARS-CoV-2 nel settore della ristorazione, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile, nella seduta del 10 maggio 2020.
Queste alcune raccomandazioni:
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Distanziamento sociale e dispositivi di protezione
Si raccomanda di rimodulare la disposizione dei tavoli e dei posti a sedere, definendo un limite massimo di capienza predeterminato che preveda uno spazio di norma non inferiore a quattro metri quadrati per ciascun cliente, fatta salva la possibilità di adottare altre misure organizzative, come per esempio le barriere divisorie.
Vanno eliminate modalità di servizio a buffet o similari e vanno favorite, soprattutto in una prima fase, soluzioni che privilegino l’uso di spazi all’aperto rispetto ai locali chiusi
La prenotazione obbligatoria viene indicata come ulteriore strumento di prevenzione, utile anche per evitare assembramenti di persone in attesa fuori dal locale. Durante il servizio, infatti, non è evidentemente possibile l’uso di mascherine da parte dei clienti. Lo stazionamento protratto, inoltre, in caso di soggetti infetti da Sars-CoV-2 può contaminare superfici come stoviglie e posate.
Il cliente dovrà usare la mascherina alla cassa e per gli spostamenti e l'utilizzo dei servizi igienici. -
Ricambio di aria
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il ricambio di aria naturale e la ventilazione dei locali confinati, anche in relazione ai servizi igienici, che spesso sono privi di possibilità di aerazione naturale.
Leggi
- DPCM 17 maggio 2020, Allegato 10 - Criteri per Protocolli di settore elaborati dal Comitato tecnico-scientifico in data 15 maggio 2020
- DPCM 17 maggio 2020, Allegato 17 - Linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 16 maggio 2020.
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