
Sostenibilità in azienda: i nuovi obblighi dei datori di lavoro
Negli ultimi anni, l'attenzione verso la sostenibilità aziendale è cresciuta in modo significativo, con l'adozione di misure sempre più stringenti per garantire che le imprese assumano un ruolo attivo nella protezione dell'ambiente e nel rispetto dei diritti umani.
La sostenibilità non è più solo una scelta etica, ma anche un imperativo economico per le imprese. Oltre a rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori e degli investitori in termini di responsabilità sociale, le aziende che adottano pratiche sostenibili possono beneficiare di una serie di vantaggi competitivi.
Dalla riduzione dei costi operativi attraverso un uso più efficiente delle risorse, alla creazione di nuove opportunità di mercato grazie a prodotti e servizi innovativi e sostenibili, l'integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale può generare valore a lungo termine per l'impresa stessa e per la società nel suo complesso.
Vediamo quali sono i nuovi obblighi che i datori di lavoro devono tenere presente.
Corporate Sustainability Reporting Directive: cos’è?
La recente approvazione della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) da parte del Parlamento Europeo e dell'UE rappresenta un passo fondamentale verso questo obiettivo. Questa direttiva, che ha sostituito la precedente 2014/95/EU, impone alle aziende soggette l'obbligo di divulgare periodicamente dati sul proprio impatto ambientale e sociale, aprendo la strada a una maggiore trasparenza e responsabilità nell'ambito delle tematiche ESG (Environmental, Social, Governance).
Parallelamente, la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, raggiungendo un accordo provvisorio tra Consiglio Europeo e Parlamento, mira a promuovere comportamenti aziendali sostenibili e responsabili, ponendo un'attenzione particolare ai diritti umani e all'ambiente. Le imprese soggette a questa direttiva dovranno adottare meccanismi per individuare e mitigare gli impatti negativi delle proprie attività, garantendo il rispetto dei diritti umani lungo l'intera catena di valore e la salvaguardia dell'ambiente.
Applicazione della Direttiva CSRD: chi è coinvolto e quando
La Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) impone nuovi obblighi di divulgazione sui temi ESG (Environmental, Social, Governance) a diverse categorie di imprese. In particolare, le grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, così come tutte le grandi imprese con più di 250 dipendenti e un fatturato di almeno 40 milioni di euro, saranno soggette a questa direttiva.
Inoltre, la normativa si applica a tutte le società quotate sui mercati regolamentati, ad eccezione delle microimprese. L'implementazione della CSRD sarà graduale, con le grandi imprese con più di 500 dipendenti che dovranno aderire per prime, a partire dal 1° gennaio 2024, seguite da altre categorie di imprese in anni successivi. Questo approccio graduale permetterà alle imprese di adeguarsi gradualmente ai nuovi requisiti e di integrare la sostenibilità nella loro strategia aziendale in modo efficace.
Come si effettua la verifica?
L'applicazione della Direttiva CSRD richiede un approccio rigoroso e strutturato da parte delle imprese interessate al fine di garantire il rispetto degli obblighi di divulgazione e una valutazione accurata dell'impatto delle proprie attività sui temi ambientali, sociali e di governance (ESG). A tal fine, le imprese devono adottare una serie di meccanismi e misure di verifica che assicurino la conformità ai requisiti normativi e promuovano una gestione responsabile e sostenibile.
In primo luogo, le imprese devono condurre un'analisi approfondita delle politiche delle entità giuridiche coinvolte nelle loro attività. Questo processo mira a valutare se tali politiche rispettino i principi ESG e se siano in linea con gli obiettivi di sostenibilità definiti dalla CSRD. Si rivela dunque necessario valutare i partner industriali e commerciali per garantire che rispettino i diritti umani e le normative ambientali, contribuendo così a mitigare il rischio di impatti negativi derivanti da collaborazioni non conformi agli standard richiesti.
Oltre all'analisi delle politiche esterne, le imprese devono predisporre procedure interne per catalogare e descrivere gli impatti negativi derivanti dalle proprie attività. La definizione di precisi codici di condotta e l'implementazione di meccanismi di protezione disciplinare sono fondamentali per garantire il rispetto delle normative e promuovere comportamenti etici e responsabili all'interno dell'organizzazione.
La Direttiva CSRD sottolinea anche l'importanza degli Stati membri nel garantire che le imprese adottino misure adeguate per prevenire e attutire gli impatti negativi sui diritti umani e sull'ambiente, come includere l'implementazione di piani operativi di prevenzione con indicatori chiave per misurare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. In definitiva, l'adeguata attuazione della CSRD richiede un impegno congiunto da parte delle imprese e delle autorità di regolamentazione per promuovere una cultura aziendale basata sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale.
I compiti del datore di lavoro
Un datore di lavoro deve prendere una serie di misure concrete per garantire la sostenibilità nella propria azienda. Queste includono valutare e ridurre i rischi ambientali e sulla sicurezza sul lavoro, fornendo adeguata formazione ai dipendenti. È essenziale implementare politiche aziendali sostenibili che promuovano pratiche etiche e rispettose dell'ambiente.
Monitorare costantemente le prestazioni aziendali è cruciale per identificare aree di miglioramento e misurare l'efficacia delle iniziative sostenibili. Coinvolgere attivamente i dipendenti nel processo decisionale e incoraggiare la partecipazione alla realizzazione degli obiettivi di sostenibilità può contribuire a creare un senso di responsabilità condivisa. Collaborare con partner commerciali e fornitori che condividono valori e pratiche sostenibili è altresì importante per estendere l'impatto positivo oltre i confini aziendali.
Infine, comunicare in modo trasparente le iniziative e i progressi verso gli obiettivi di sostenibilità può contribuire a creare fiducia e coinvolgimento tra i dipendenti, i clienti e le parti interessate esterne, sostenendo così la reputazione e la crescita a lungo termine dell'azienda.
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Scritto da Paolo Calderone
Con oltre 25 anni di esperienza nella gestione di servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, offro soluzioni di consulenza personalizzate alle aziende che vogliono tutelarsi contro le sanzioni previste dal vasto quadro normativo in materia di sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Potete contattarmi su LinkedIn per una consulenza personalizzata e per assicurarvi che la vostra azienda sia in linea con le normative in materia di sicurezza sul lavoro. Investire in sicurezza sul lavoro non solo protegge la vostra azienda, ma anche i vostri dipendenti e la vostra reputazione.
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