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Sicurezza sul lavoro 2021: le nuove ammende da evitare

 

La sicurezza sui luoghi di lavoro è un argomento fondamentale che riguarda qualsiasi impresa.

La valutazione dei rischi, la stesura del documento di valutazione dei rischi DVR, l'organizzazione di attività volte alla sensibilizzazione del personale e alla prevenzione di infortuni sono attività che coinvolgono diverse figure professionali, non soltanto il datore di lavoro, come si suole pensare, ma anche i lavoratori e i collaboratori.

La legge circa la sicurezza sul lavoro è contenuta nel Testo Unico sulla sicurezza del lavoro, ovvero nella normativa D.lgs. 81/08. L'obiettivo è quello di evitare infortuni durante lo svolgimento dell'attività lavorativa, che potrebbero compromettere la salute del lavoratore ma anche la produttività dell'azienda.

La Legge, a questo proposito, ha previsto delle sanzioni di natura amministrativa, civile o penale che interessano sia il datore di lavoro, ma anche per i  lavoratori. In questo articolo scopriremo quali sono le ammende da evitare circa la sicurezza sul lavoro.

 

Sicurezza nell' ambiente di lavoro: la normativa di riferimento

Nel Decreto Legge 81/08, articolo 37, è possibile leggere la normativa di riferimento circa la sicurezza sul lavoro e le responsabilità delle varie figure professionali. In questo articolo sono contenute tutte le indicazioni circa il ruolo del datore di lavoro, la gestione delle emergenze in azienda, l'acquisto e la distribuzione di dispositivi di protezione individuale, le iniziative per la salute e sicurezza sul luogo di lavoro, la formazione del personale, valutazione dei rischi, prevenzione e protezione da infortuni, redazione del documento di valutazione dei rischi, spesa per tutte queste iniziative.

Nello stesso documento sono contenute anche le indicazioni sulle sanzioni in caso di mancato rispetto del codice civile e dell'assunzione delle proprie responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro.

 

Sanzioni sicurezza sul lavoro

 

Sicurezza sul lavoro: ruolo del datore di lavoro e dei dipendenti

Il ruolo del titolare datore di lavoro nella gestione della sicurezza sul lavoro è fondamentale. Egli è dirigente, con responsabilità di prevenire gli infortuni sul lavoro.

Ha degli obblighi come indicato nelle norme, con lo scopo di aumentare la prevenzione e protezione dagli infortuni sul luogo di lavoro:

  • stesura del documento di valutazione dei rischi DVR (il datore di lavoro rischia un'ammenda che va da un minimo di 1.096 ad un massimo di 4.384 euro, se il Documento risulta incompleto o l'arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 € a 6.400 € in caso di omissione)
  • messa a norma di impianti, luoghi e attrezzature
  • formazione del personale circa le misure di prevenzione e protezione al fine di garantire la salute dei lavoratori
  • dotazione e distribuzione dei dispositivi di protezione individuale
  • vigilanza circa l'adozione di misure di prevenzione
  • organizzazione di attività in materia di sicurezza per i lavoratori
  • elenco degli infortuni sul lavoro possibili all'interno dell'organizzazione
  • nomina del medico del lavoro, il RLS e del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Se il datore di lavoro non finanzia corsi di formazione per queste figure intermediarie dei lavoratori per la sicurezza può incorrere in arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro)
  • analisi della gestione delle situazioni di emergenza, con nomina dei responsabili
  • garanzia dell' igiene nell' ambiente di lavoro

Il datore di lavoro è dunque il dirigente con in mano poteri gestionali a tutela dei lavoratori. Egli ha la responsabilità civile e penale, tanto che l'inadempimento degli obblighi si traduce in taluni casi in sanzione amministrativa pecuniaria (davvero salata), altre volte in arresto.

 

Sanzioni circa la sicurezza sul lavoro

Nel D.lgs. 81/08, il Testo Unico, si possono leggere gli obblighi e i doveri dei datori di lavoro, del medico competente e dei lavoratori. Certo, perché anche questi ultimi hanno un loro ruolo nella gestione della salute e in materia di sicurezza nell' ambiente di lavoro. Quindi, in alcuni casi, potrebbero cadere in sanzione amministrativa pecuniaria.

Chiunque tra i soggetti coinvolti nel servizio di prevenzione non si prenda carico delle sue responsabilità è a rischio di sanzione o addirittura anche di arresto.

Gli obblighi del datore di lavoro li abbiamo appena affrontati. Per quanto riguarda i lavoratori, le istruzioni per non cadere in sanzioni sono contenuti nell’art. 20 comma 2 e 3. Essi devono utilizzare in modo corretto le attrezzature, i mezzi di trasporto e i dispositivi di protezione.

Hanno poi l’obbligo di seguire le direttive del datore di lavoro e quelle apprese durante la formazione. In caso di inadempimento possono incorrere in sanzioni di tipo penale o in una sanzione amministrativa pecuniaria.

Le sanzioni penali prevedono fino a due mesi o ammenda fino a 600 euro. Per conoscere tutte la norme riguardanti il benessere sui luoghi di lavoro che emergono dal decreto legislativo, è bene frequentare i corsi di formazione.

Il datore di lavoro rischia la sanzione qualora non organizzi un corso circa la sicurezza sul lavoro. Anche il lavoratore è responsabile della propria formazione: la sanzione è prevista se dovesse rifiutarsi di seguire le lezioni e conseguire le certificazioni richieste.

Le sanzioni in caso di mancata formazione sono l'arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro.

 

Sanzioni di tipo civile e penale: da due a quattro mesi o ammenda per gran parte degli inadempimenti

Il testo parla anche di sanzioni nei casi in cui gli obblighi da esso riportati non siano rispettati. Le responsabilità di fronte a inadempimenti o infortuni è di tre tipi: civile, penale e amministrativa.

Vediamo insieme quali sono le sanzioni e ammende a cui dirigenti, lavoratori, medici ecc. devono prestare attenzione:

  • mancata compilazione del documento contenente la valutazione del rischio: pena arresto da due a quattro mesi o ammenda da 822 a 4.384 euro
  • mancata denuncia degli infortuni sul lavoro: sanzione amministrativa da 1.000 a 4.500 euro
  • mancata nomina del medico competente: arresto da due a quattro mesi, oppure ammenda da 1.644 a 6.576 euro ed ancora pene detentive da 2 a 4 mesi per avere adibito i lavoratori a mansioni non idonee
  • mancata formazione dei dipendenti: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro 
  • mancato aggiornamento delle misure di prevenzione a seguito di mutamenti organizzativi e produttivi oppure mancata fornitura ai lavoratori degli strumenti di protezione individuale: arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1.315,20 a 5.699,20 euro
  • mancato invio dei lavoratori alla visita medica entro le scadenze previste: ammenda da 2.192 a 4.384 euro

Tutelare i lavoratori non è solo un obbligo e una forma di rispetto verso i propri dipendenti, ma anche una manovra necessaria per la produttività e la  qualità delle attività in azienda.

 

Le novità del Decreto Fiscale in materia di sicurezza sul lavoro

Il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2022 interviene su una pluralità di aspetti, inerenti la sicurezza sul lavoro, in particolare, l’art. 15 del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre ha la finalità di sostituire l’art. 14 del Testo Unico sulla salute e sicurezza.

Il provvedimento del Governo prevede sospensione dell’attività; multe e divieto di partecipazione alle gare d’appalto per le imprese con il 10% dei lavoratori impiegati in modo irregolare.

Con il decreto fiscale si concretizza la "stretta" annunciata dal governo. La sospensione dell'attività, che prima era una facoltà degli organi di vigilanza, ora diventa un obbligo se più del 10% dei lavoratori è in nero (fino ad oggi l'asticella era al 20%) e in tutti i casi di "gravi violazioni di prevenzione", senza necessità di recidiva. Multe aggiuntive per le violazioni che più di frequente sfociano in incidenti mortali.

 

Ispettorato Nazionale del lavoro

 

I nuovi poteri dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro 

All’Ispettorato del lavoro, vengono allargate le competenze e garantito un ulteriore ampliamento dell’organico. Per garantire standard uniformi in tutto il territorio, il decreto fiscale prevede tra l'altro che la vigilanza non spetti solo alle Asl, come avviene oggi, ma anche all’INL.

 

Le principali novità

Sono diverse le novità del decreto:

  • novità assoluta è la riduzione delle soglie di irregolarità oltre le quali l’attività dell’impresa colta in flagrante viene sospesa. Pertanto la sospensione, che prima era una facoltà degli organi di vigilanza, ora diventa un obbligo.
  • Ispettorato e Asl dovranno agire fianco a fianco anche a livello provinciale, promuovendo e coordinando le attività di vigilanza.
  • Verrà rafforzato il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), banca dati tenuta dall’Inail con il contributo dei ministri, della Salute e dell’Interno, oltre che delle Regioni, che dovrebbe fornire le informazioni per pianificare la prevenzione e valutarne l’efficacia.
  • Gli enti di vigilanza dovranno alimentare un’apposita sezione dedicata alle sanzioni comminate nell’ambito delle attività di vigilanza e l’Inail dovrà rendere disponibili ai dipartimenti di prevenzione delle Asl e all’Ispettorato i dati su aziende assicurate, infortuni denunciati e malattie professionali.

 

Le novità in materia di sanzioni

Il Governo accogliendo le richieste dell'INL ha modificato anche l'impianto sanzionatorio.

  • Il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale scatterà in tutti i casi di “gravi violazioni di prevenzione” – senza necessità che l’azienda sia recidiva, come avviene oggi – e quando venga riscontrato “almeno il 10%” di lavoratori in nero sul luogo di lavoro, contro il 20% attuale. Sotto la soglia del 10% (comunque troppo alta, ha fatto sapere il presidente di Confindustria Carlo Bonomi) continueranno ovviamente ad applicarsi le sanzioni pecuniarie, crescenti al crescere dell’anzianità lavorativa dei dipendenti in nero. Per tutto il periodo di sospensione l’azienda non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. Il provvedimento sarà revocato solo dopo la regolarizzazione dei lavoratori in nero, il pagamento di una somma aggiuntiva che sale da 2.500 a 5mila euro se i lavoratori irregolari sono più di cinque e ulteriori somme aggiuntive se vengono riscontrate specifiche violazioni, quelle che più di frequente sfociano in incidenti mortali.
  • La mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi (2500 euro),
  • La mancata formazione ed addestramento (300 euro a lavoratore),
  • La mancata fornitura del dispositivo di protezione individuale contro le cadute dall’alto (300 euro),
  • La mancanza di protezioni verso il vuoto (3mila euro),
  • L’effettuazione di lavori in prossimità di linee elettriche in assenza di disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori (3mila euro)
  • L’omessa vigilanza su rimozione o modifica dei dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo (3mila euro).
  • Il mancatro rispetto del provvedimento di sospensione è punito con l’arresto fino a sei mesi se ha violato la normativa e con l’arresto da tre a sei mesi o un‘ammenda da 2.500 a 6.400 euro in caso di lavoro nero.

È però stato stranamente dimenticato il riferimento al rischio d’amianto

In tutti questi casi il datore deve anche eliminare le conseguenze pericolose delle violazioni.

Tutte le somme aggiuntive sono raddoppiate se nei cinque anni precedenti la stessa impresa è già stata sospesa per violazioni.

 


Scritto da Paolo Calderone 

https://www.linkedin.com/in/paolo-calderone/

Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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